Magari lo sapevate già che… Ep.5

Software Development Kit
SDK. Troppo breve per essere un codice fiscale, troppe consonanti (soprattutto la K) per far pensare ad una nuova tassa! In italiano sarebbe PDSS (Pacchetto Di Sviluppo Software), mmmhhh peggio ancora!
Fermiamoci un attimo per fare un po’ di storia. Nel passato per realizzare un’applicazione il nostro buon sviluppatore andava a scrivere sul proprio editor di testo tutto il codice del programma. Salva con nome e via verso il compilatore che ricevuto il file di testo andava ad eseguire il codice scritto. Se tutto filava liscio il nostro eroe aveva ottenuto un file eseguibile (i .exe o .dmg per capirci), altrimenti nella stragrande maggioranza dei casi riceveva un messaggio d’errore.
Ed a quel punto cominciavi a rimpiangere di non aver scelto la carriera sportiva in quanto dovevi andare a controllare riga per riga del tuo file di testo alla ricerca della stringa errata nel tempio del codice maledetto (ed in questo caso neppure Indiana Jones poteva aiutare il nostro sviluppatore).
Però ad un certo punto e dopo mirabolanti avventure, come il mitico Indiana, uscivi vincitore dal tempio del codice maledetto.
Dopo qualche anno arrivarono gli effetti speciali per il nostro Indiana Jones…ed allora perché non estenderli anche al nostro mitico Sviluppatore Jones aka Developer Jones?
“Diamogli un nome da effetto speciale” pensarono: SDK. Cioè Software Development Kit, un termine con il quale si identificano un insieme di strumenti/software adatti allo sviluppo di applicazioni.
Ciascun Kit, come quelli di pronto soccorso, sebbene variabile in base alla piattaforma utilizzata ha delle componenti comuni che sono:
– un editor di testo (dove disegno la mappa del tempio)
– un compilatore per tradurre il codice sorgente in un eseguibile (tutti quegli strumenti che mi permetteranno di leggere le istruzioni della mappa ed uscire indenne dal tempio del codice maledetto)
– librerie standard dotate di interfacce pubbliche dette API (che non pungono e non fanno il miele) – Application programming interface cioè un insieme di procedure a servizio dello Sviluppatore Jones per espletare una determinata funzione all’interno di un determinato programma (cioè come uso la frusta per combattere i guerriglieri bugs che proteggono il tempio del codice maledetto?)
– documentazione sul linguaggio di programmazione per il quale l’SDK è stato sviluppato e sugli strumenti a disposizione nell’SDK stesso, nonché informazioni sulle licenze da utilizzare per distribuire programmi creati con l’SDK. La licenza in ambito informatico è il contratto con il quale il titolare dei diritti di sfruttamento economico sul software definisce il regime giuridico di circolazione e le limitazioni nell’utilizzo e nella cessione dell’opera (un elenco di tutte le regole, i pericoli e dei nemici nel tempio del codice maledetto).
Come il mitico Indiana anche il nostro Sviluppatore Jones ha bisogno di amici ed aiuti esterni per uscire dal tempio. A suo soccorso arriva l’IDE (Integrated Development Environment aka Ambiente di Sviluppo Integrato): un software che, in fase di programmazione, aiuta i programmatori nello sviluppo del codice sorgente di un programma.
Nella maggior parte dei casi i SDK sono disponibili gratuitamente, multi linguaggio e multipiattaforma, possono essere prelevati direttamente dal sito del produttore: in questo modo si cerca di invogliare i novelli avventurieri programmatori Jones ad utilizzare un determinato linguaggio o sistema.
SDK più avventurosi al momento sono: iPhone SDK di Apple, Java Development Kit di Oracle, Android SDK di Google, .NET di Microsoft.
Magari lo sapevate già…
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