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Posts Tagged: JAva

Apportable: sviluppare simultaneamente in iOS ed Android. Sogno o realtà?

By iStartLab In App & Mobile Development, Code and Software Develop Posted 10 January 2014 No Comments

Ogni sviluppatore iOS ha un sogno nel cassetto… magari non lo confessa apertamente… però avere la possibilità di effettuare il porting di un’app iOS automaticamente per Android, senza dover riscrivere righe di Java ne altro IDE che non sia Xcode?

Priceless! Non ha prezzo!

Ed effettivamente la piattaforma di cui parliamo in quest’articolo non ha prezzo! Letteralmente!

Apportable, piattaforma manco a dirlo made in California (San Francisco in questo caso), converte i giochi iOS per dispositivi Android automaticamente, senza sostanziali cambiamenti al codice sorgente Objective-C o C++. Promette di farlo rapidamente  e senza ridurre qualità o prestazioni delle applicazioni! Senza essere un emulatore piuttosto che una macchina virtuale. (more…)

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Linguaggio C: origini e storia del codice per tutte le stagioni!

By iStartLab In Code and Software Develop, iOS & Xcode, Magari lo sapevate che... Posted 4 January 2014 No Comments

Parliamo spesso di iOS, del Codice da Vinci da cui nasce ovvero l’Objective-C, di Android, Java e via codificando.

c-dennis-ritchie

Ma c’è un simpatico tipo/linguaggio quarantenne, magari old school, ma che è alla base di Objective-C, essendo quest’ultimo un’estensione di esso, e che è stato fonte di ispirazione nel caso di Java.

Ladies and Gents, let us introduce you… Mr. C!

Nato sulla base del precedente Mr. B. (don’t worry, it’s not the same italian Mr. B!), il linguaggio C viene sviluppato inizialmente tra fine anni ’60 e primi ’70 da Dennis Ritchie per essere utilizzato con il sistema operativo Unix. La sua consacrazione e definizione si ha tra il 1978, con la pubblicazione da parte di Brian Kernighan e Dennis Ritchie del libro The C Programming Language, e l’estate del 1983, anno in cui venne nominato un comitato con il compito di creare uno standard ANSI (American National Standards Institute) che definisse il linguaggio C una volta per tutte.

Un soggetto minimalista, il nostro Mr. C; la sua semantica utilizza un insieme ristretto di concetti relativamente semplici e vicini al funzionamento dell’hardware dei calcolatori ed al tempo stesso vicino o familiare alla logica del nostro linguaggio naturale; Versatile, si adatta ad usi generici. Non ha istruzioni specifiche per particolari problematiche. Ha però solide basi per strutturare dati con pochi strumenti. Certo, ha le sue funzioni che interagiscono tra loro per svolgere tutte quelle attività previste da un software. Molte sue istruzioni sono traducibili direttamente con una singola istruzione di linguaggio macchina.

Un po’ figlio dei fiori per la libertà e flessibilità della sua grammatica e sintassi, va subito al sodo il nostro Mr. C. Scrive istruzioni complesse e potenti in poche righe di codice.

Alti livelli, insomma! Eppure non è il tipo da darsi arie… mantiene sempre un profilo quasi… medio! Risultando, infatti, molto meno astratto di linguaggi anche affini!

Il linguaggio C è utilizzato principalmente per la programmazione di software di sistema, ma non disdegna l’utilizzo per la realizzazione delle applicazioni.

Chiaro è ormai che il nostro Mr. C  è un tipo per tutte le stagioni! Efficiente e portabile su qualsiasi piattaforma, non ti fa mai sfigurare!

Un fascino forse troppo old school? Eppure il nostro Mr C. gioca ancora molto bene le sue carte!  Il C ha, e continua ad avere, anche una notevole importanza didattica. La forte tecnica è anche il suo limite in questo campo, dal momento che per la sua complessità semantica in relazione al funzionamento del computer (o meglio del suo hardware) non è un linguaggio particolarmente intuitivo per i principianti, e in special modo a quelli sprovvisti di un adeguato background. Ed i suoi giovani derivati (C++, Java e C# tra gli altri) ne hanno ormai da tempo approfittato per farsi largo.

Insomma throw your hands up for Mr. C! Un codice per tutte le stagioni!

 

 

C, C language, Dennie Ritchie, iOS, JAva, Linguaggio C, Objective C

SDK: Software Development Kit aka Kit di Sviluppo Software. Lo sviluppo della storia e viceversa!

By iStartLab In Android, App & Mobile Development, Code and Software Develop, Hardware & IT, iOS & Xcode, Windows Posted 18 December 2013 No Comments

Magari lo sapevate già che… Ep.5

Software Development Kit

Software Development Kit

SDK. Troppo breve per essere un codice fiscale, troppe consonanti (soprattutto la K) per far pensare ad una nuova tassa! In italiano sarebbe PDSS (Pacchetto Di Sviluppo Software), mmmhhh peggio ancora!

Fermiamoci un attimo per fare un po’ di storia. Nel passato per realizzare un’applicazione il nostro buon sviluppatore andava a scrivere sul proprio editor di testo tutto il codice del programma. Salva con nome e via verso il compilatore che ricevuto il file di testo andava ad eseguire il codice scritto. Se tutto filava liscio il nostro eroe aveva ottenuto un file eseguibile (i .exe o .dmg per capirci), altrimenti nella stragrande maggioranza dei casi riceveva un messaggio d’errore.
Ed a quel punto cominciavi a rimpiangere di non aver scelto la carriera sportiva in quanto dovevi andare a controllare riga per riga del tuo file di testo alla ricerca della stringa errata nel tempio del codice maledetto (ed in questo caso neppure Indiana Jones poteva aiutare il nostro sviluppatore).
Però ad un certo punto e dopo mirabolanti avventure, come il mitico Indiana, uscivi vincitore dal tempio del codice maledetto.
Dopo qualche anno arrivarono gli effetti speciali per il nostro Indiana Jones…ed allora perché non estenderli anche al nostro mitico Sviluppatore Jones aka Developer Jones?
“Diamogli un nome da effetto speciale” pensarono: SDK. Cioè Software Development Kit, un termine con il quale si identificano un insieme di strumenti/software adatti allo sviluppo di applicazioni.
Ciascun Kit, come quelli di pronto soccorso, sebbene variabile in base alla piattaforma utilizzata ha delle componenti comuni che sono:
– un editor di testo (dove disegno la mappa del tempio)
– un compilatore per tradurre il codice sorgente in un eseguibile (tutti quegli strumenti che mi permetteranno di leggere le istruzioni della mappa ed uscire indenne dal tempio del codice maledetto)
– librerie standard dotate di interfacce pubbliche dette API (che non pungono e non fanno il miele) – Application programming interface cioè un insieme di procedure a servizio dello Sviluppatore Jones per espletare una determinata funzione all’interno di un determinato programma (cioè come uso la frusta per combattere i guerriglieri bugs che proteggono il tempio del codice maledetto?)
– documentazione sul linguaggio di programmazione per il quale l’SDK è stato sviluppato e sugli strumenti a disposizione nell’SDK stesso, nonché informazioni sulle licenze da utilizzare per distribuire programmi creati con l’SDK. La licenza in ambito informatico è il contratto con il quale il titolare dei diritti di sfruttamento economico sul software definisce il regime giuridico di circolazione e le limitazioni nell’utilizzo e nella cessione dell’opera (un elenco di tutte le regole, i pericoli e dei nemici nel tempio del codice maledetto).
Come il mitico Indiana anche il nostro Sviluppatore Jones ha bisogno di amici ed aiuti esterni per uscire dal tempio. A suo soccorso arriva l’IDE (Integrated Development Environment aka Ambiente di Sviluppo Integrato): un software che, in fase di programmazione, aiuta i programmatori nello sviluppo del codice sorgente di un programma.
Nella maggior parte dei casi i SDK sono disponibili gratuitamente, multi linguaggio e multipiattaforma, possono essere prelevati direttamente dal sito del produttore: in questo modo si cerca di invogliare i novelli avventurieri programmatori Jones ad utilizzare un determinato linguaggio o sistema.
SDK più avventurosi al momento sono: iPhone SDK di Apple, Java Development Kit di Oracle, Android SDK di Google, .NET di Microsoft.

Magari lo sapevate già…

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