La lingua anglossassone ha i suoi vantaggi di sintesi ed immediatezza.
iFari! Questo il nome della tecnologia iBeacons se fosse stata sviluppata in Italia.
Molti di noi già la conoscono bene; se ne parla, dalla sua introduzione sui dispositivi Apple con l’uscita di iOS7, come la tecnologia con più potenzialità e notevole funzionalità.
Dal momento che non diamo nulla di scontato, cerchiamo di capirne qualcosa in più.
“Una nuova classe di trasmettitori a basso consumo energetico ed a basso costo che riconosce i dispositivi con iOS7 che sono nelle loro vicinanze.”
Apple inc. non ce ne voglia se l’abbiamo tradotto quasi alla lettera. Ma questa è la definizione ufficiale dei creatori cupertiniani degli iBeacons.
Per quanto riguarda il lato software, invece, parliamo di un API (Application Programming Interface) aka una libreria inserita in iOS7/Android, un profilo del sistema operativo che gli sviluppatori possono utilizzare per le proprie apps così da farle comunicare e ricevere informazioni da questi sensori radio che funzionano usando la tecnologia Bluetooth Low Energy.
Quindi, non è la solita novità solo per dispositivi Apple?
Eh già! Proprio così.
Anche i dispositivi Android possono utilizzarla. iBeacon infatti permette, a dispositivi con iOS oppure altro hardware, di inviare notifiche push a dispositivi che sono in prossimità con a bordo la stessa tecnologia e le stesse API nel sistema operativo.
Attualmente iBeacons ha il seguente campo di applicazione: hai un dispositivo con Bluetooth 4.0 aka Bluetooth Smart aka2lavendetta Bluetooth Low Energy.
Ti trovi per puro caso, beato te, oltreoceano in USA (per il momento lì stanno testando il tutto), sei in prossimità di un Apple Store oppure di un Macy’s.
Anche loro, ignari della tua presenza, hanno per puro caso installato diversi iBeacon nel proprio store. Ti avvicini alla vetrina per guardare il Macbook pro o l’intimo dei tuoi sogni, senti il tritono che ti avvisa che hai ricevuto una notifica. Prendi il tuo iPhone, o chi per lui, e ti trovi un messaggio che ti descrive esattamente le caratteristiche del tuo mac da sogno.
A quel punto guardi intorno a te. Sorridendo cerchi, con il pugno chiuso ed il pollice sollevato, le telecamere di una Candid Camera. In fondo sono nel paese che ha inventato il programma, pensi tra te e te, adesso mi faccio dire dove lo trasmettono così lo dico ai miei amici e ci facciamo due grasse risate.
Fortunatamente questo pensiero ancora iBeacon non riesce a leggerlo. Altrimenti ti arriverebbe un’altra notifica che ti comunica che “No, purtroppo niente tv ed addio sogni di gloria. La push notification (d’altronde siamo oltreoceano) è dovuta al nuovo sistema di comunicazione tra iBeacons installati nel negozio ed il tuo iPhone, o chi per lui, con Bluetooth 4.0.“
Abbiamo appena ridotto ai minimi termini una tecnologia che invece sta velocemente diventando non solo una notifica punto-punto per far comunicare store (pubblicità, oggetti in saldo, novità ed altro in esso presenti) e cliente.
Ti avvicini ad un quadro? Tritono ed ecco che appare sul tuo dispositivo vita, storia e colori di quel quadro. Potrai pagare nei negozi abilitati senza togliere dalla tasca l’amato/a-odiato/a portafoglio/carta (ahimè, però verranno tolti dal tuo conto corrente!).
Ok, ma ci sta già il Near Field Communication (NFC). Ritorniamo a quanto scritto sopra: “Anche i dispositivi Android possono utilizzarla. iBeacon infatti permette, a dispositivi con iOS oppure altro hardware, di inviare notifiche push a dispositivi con la stessa tecnologia installata che sono in loro prossimità.”
Ma non è finita qui! iBeacons merita di essere approfondita e studiata. Potrebbe infatti rivoluzionare il sistema di comunicazione mobile, spostarlo da un ambito remote ad uno proximity.
E non lo diciamo solo noi, esperti di marketing e mobile economy lo sostengono fermamente.
Proprio questa caratteristica lo renderà il più temibile competitor del Near Field Communication (NFC).
Noi ci stiamo lavorando!
Che ne pensate?
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