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Posts Categorized: App & Mobile Development

IDE: Integrated Development Environment aka Ambiente di sviluppo integrato.

By iStartLab In Android, App & Mobile Development, Code and Software Develop, iOS & Xcode, Windows Posted 20 December 2013 No Comments

Xcode - IDE iOS

Magari lo sapevate già che… Ep.7

IDE:
a) 2 o più donne che si chiamano Ida che fanno un calendario? Tipo…le Ide di Marzo!
b) Ambiente di Sviluppo Integrato?

Mah…considerando che iStartLab si occupa di sviluppo app, noi medesimi opteremo per la risposta B.
Andiamo quindi ad approfondire perché abbiamo scartato la risposta A.

In ambito informatico l’acronimo IDE sta per Integrated Development Environment, dalle nostre parti noto come Ambiente di Sviluppo Integrato. Ovvero un software che ha al suo interno una serie di componenti che aiutano il programmatore nello sviluppo del codice sorgente di un determinato programma.
Oggi perciò parliamo di arredamento. Abbiamo un ambiente unico, magari tipo cucina-soggiorno che da sempre rappresenta l’ambiente più vissuto all’interno di ciascuna casa (soprattutto quelle moderne, più risicate come spazio disponibile).
Per far si che sia funzionale da vivere giorno dopo giorno abbiamo la necessità di inserire al suo interno quei componenti che sono funzionali ad un ambiente unico cosicché possa essere vissuto e fruito da noi abitanti a rate: una cucina con elettrodomestici, un divano, una televisione, una libreria oppure uno stereo (meglio entrambi).
Allo stesso modo il nostro ambiente di sviluppo integra al suo interno (ah…ecco perché si chiama integrato) ha 4 componenti necessari:
• un editor di testo dove scrivere il codice sorgente;
• un compilatore e/o un interprete di quanto scritto;
• un tool di building automatico (cioè l’atto di scrivere o automatizzare un’ampia varietà di compiti che gli sviluppatori software fanno nelle loro attività quotidiane);
• un debugger (Ivale a dire un programma/software specificatamente progettato per l’analisi e l’eliminazione dei bug, ovvero errori di programmazione interni al codice di altri programmi. Assieme al compilatore è fra i più importanti strumenti di sviluppo a disposizione di un programmatore, spesso compreso all’interno di un ambiente integrato di sviluppo).
Alcuni IDE, rivolti allo sviluppo di software orientato agli oggetti (come l’IDE utilizzato per sviluppare app iOS, il famoso Xcode di Apple), comprendono anche un navigatore di classi, un analizzatore di oggetti e un diagramma della gerarchia delle classi.

Magari lo sapevate già…

App Store: diamo un po’ di numeri!

By iStartLab In App & Mobile Development, Code and Software Develop, iOS & Xcode Posted 20 December 2013 No Comments

App Store

App Store

Numeri da far girar la testa? Ma si, diamoli un po’ di numeri relativi all’App Store!

Anche perché aiutano a comprendere meglio il mercato delle App, le dinamiche di pubblicazione e download preferite.

Partiamo dalle App gratuite, quelle cioè il cui download non è soggetto a spesa alcuna. Però prevedono delle funzioni aggiuntive a pagamento acquistabili una volta scaricata l’app. Sono i cosiddetti in-app purchase.

Dunque queste applicazioni generano un fatturato che è aumentato dal 77 al 92% nei primi 11 mesi del 2013.

La parte games è suddivisa in 90% di ricavi da giochi free-to-play, ovvero giochi che pemettono all’utente di arrivare alla fine senza pagare. La percentuale restante proviene da applicazioni a pagamento.

Andiamo alle classifiche, che personalmente ci fanno impazzire!

App più scaricate: terzo e secondo posto è appannaggio della premiata ditta Brin&Page aka Google, che piazza YouTube al secondo posto e l’utilissimo Google Maps al terzo, rendendo di fatto Google l’editore più scaricato su App Store.

Rullo di tamburi virtuale… l’app più scaricata del 2013?

Candy Crush Saga!

Attenzione più scaricata, ma non più redditizia tra i giochi. In quest’ambito ne esce vincente Clash of Clans!

Restiamo in tema app a pagamento: al primo posto, neppure a dirlo, Whatsapp Messenger. Anche se a dominare questa classifica è la categoria giochi con 8 app tra le prime 10. Addirittura il mitico Cattivissimo Me ed i suoi ineguagliabili Minion supera in downloads Facebook!

A farla da padrone in termini di incassi è l’editore Disney che grazie a Temple Run: Oz riempie ancor di più le casse di studios, dreamworks e compagnia filmante.

Restando in tema disneyano, qual è la morale?

Che il mercato delle App è una realtà consolidata, in forte crescita e rappresenta uno dei settori su cui investire maggiormente in ambito “professioni del futuro”.

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Tablet, iPad, Surface: back to the roots!

By iStartLab In Android, App & Mobile Development, Hardware & IT, iOS & Xcode, Windows Posted 19 December 2013 No Comments

Magari lo sapevate già che… Ep.6

I Tablet, o meglio i Tablet Computer, nascono come derivati della tecnologia definita pen computing. Ovvero l’idea è quella di una penna stylus che generalmente viene utilizzata tramite pressione su una tavoletta grafica oppure su uno schermo touch sensitive, quindi comunque mobile come dispositivo.
Il primo prototipo di Tablet è del 1888 (è ora di pranzo, ma non abbiamo bevuto…lo giuro!).
iChisorpresa! Si anche noi abbiamo avuto la stessa esclamazione!
Mr Elisha Gray, il nome del iPrecursore. Teleautograph la sua creatura http://www.silicon.de/wp-content/uploads/2011/03/01-ig2.jpg
Tra fine anni ’50 e primi ’60 in poi comincia a fare la sua comparsa anche nella fantascienza narrativa e cinematografica l’idea dei Tablet Computers (ad es. Clarke descrive un certo Newspad nel capitolo 9 del suo romanzo, che poi sarà portato sugli schermi da Kubrick, 2001: Odissea nello Spazio; ne fa comparire diversi Douglas Adams nel 1978 con Guida Galattica per Autostoppisti etc.).
E poi…e poi come al solito una mela cade da un albero e fa scattare l’idea a Newton! Così nel 1987 l’allora Apple Computer inizia il suo progetto dedicato al Tablet, che nel 1993 porta alla luce Apple Newton, aka MessagePAd, un device da 800 grammi sparpagliati su uno schermo da 6”.
Nello stesso anno Fujitsu ed IBM (thinkpad) rilasciano i loro Tablet.
Così arriviamo ai giorni nostri con i vari Galaxy Tab, iPad air e mini e via talentando!

Magari lo sapevate già…

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SDK: Software Development Kit aka Kit di Sviluppo Software. Lo sviluppo della storia e viceversa!

By iStartLab In Android, App & Mobile Development, Code and Software Develop, Hardware & IT, iOS & Xcode, Windows Posted 18 December 2013 No Comments

Magari lo sapevate già che… Ep.5

Software Development Kit

Software Development Kit

SDK. Troppo breve per essere un codice fiscale, troppe consonanti (soprattutto la K) per far pensare ad una nuova tassa! In italiano sarebbe PDSS (Pacchetto Di Sviluppo Software), mmmhhh peggio ancora!

Fermiamoci un attimo per fare un po’ di storia. Nel passato per realizzare un’applicazione il nostro buon sviluppatore andava a scrivere sul proprio editor di testo tutto il codice del programma. Salva con nome e via verso il compilatore che ricevuto il file di testo andava ad eseguire il codice scritto. Se tutto filava liscio il nostro eroe aveva ottenuto un file eseguibile (i .exe o .dmg per capirci), altrimenti nella stragrande maggioranza dei casi riceveva un messaggio d’errore.
Ed a quel punto cominciavi a rimpiangere di non aver scelto la carriera sportiva in quanto dovevi andare a controllare riga per riga del tuo file di testo alla ricerca della stringa errata nel tempio del codice maledetto (ed in questo caso neppure Indiana Jones poteva aiutare il nostro sviluppatore).
Però ad un certo punto e dopo mirabolanti avventure, come il mitico Indiana, uscivi vincitore dal tempio del codice maledetto.
Dopo qualche anno arrivarono gli effetti speciali per il nostro Indiana Jones…ed allora perché non estenderli anche al nostro mitico Sviluppatore Jones aka Developer Jones?
“Diamogli un nome da effetto speciale” pensarono: SDK. Cioè Software Development Kit, un termine con il quale si identificano un insieme di strumenti/software adatti allo sviluppo di applicazioni.
Ciascun Kit, come quelli di pronto soccorso, sebbene variabile in base alla piattaforma utilizzata ha delle componenti comuni che sono:
– un editor di testo (dove disegno la mappa del tempio)
– un compilatore per tradurre il codice sorgente in un eseguibile (tutti quegli strumenti che mi permetteranno di leggere le istruzioni della mappa ed uscire indenne dal tempio del codice maledetto)
– librerie standard dotate di interfacce pubbliche dette API (che non pungono e non fanno il miele) – Application programming interface cioè un insieme di procedure a servizio dello Sviluppatore Jones per espletare una determinata funzione all’interno di un determinato programma (cioè come uso la frusta per combattere i guerriglieri bugs che proteggono il tempio del codice maledetto?)
– documentazione sul linguaggio di programmazione per il quale l’SDK è stato sviluppato e sugli strumenti a disposizione nell’SDK stesso, nonché informazioni sulle licenze da utilizzare per distribuire programmi creati con l’SDK. La licenza in ambito informatico è il contratto con il quale il titolare dei diritti di sfruttamento economico sul software definisce il regime giuridico di circolazione e le limitazioni nell’utilizzo e nella cessione dell’opera (un elenco di tutte le regole, i pericoli e dei nemici nel tempio del codice maledetto).
Come il mitico Indiana anche il nostro Sviluppatore Jones ha bisogno di amici ed aiuti esterni per uscire dal tempio. A suo soccorso arriva l’IDE (Integrated Development Environment aka Ambiente di Sviluppo Integrato): un software che, in fase di programmazione, aiuta i programmatori nello sviluppo del codice sorgente di un programma.
Nella maggior parte dei casi i SDK sono disponibili gratuitamente, multi linguaggio e multipiattaforma, possono essere prelevati direttamente dal sito del produttore: in questo modo si cerca di invogliare i novelli avventurieri programmatori Jones ad utilizzare un determinato linguaggio o sistema.
SDK più avventurosi al momento sono: iPhone SDK di Apple, Java Development Kit di Oracle, Android SDK di Google, .NET di Microsoft.

Magari lo sapevate già…

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Nascita della Prima Mela: the birth of Apple I

By iStartLab In App & Mobile Development, Code and Software Develop, Hardware & IT Posted 18 December 2013 No Comments

Magari lo sapevate già… Ep.4

Wozniak, Jobs and Apple I

Wozniak, Jobs and Apple I

Apple I – 1976. Questo è il nome e l’anno di nascita della prima macchina ideata e realizzata da Steve Wozniak quindi commercializzata insieme al duo Steve (ma non è che il nome di battesimo nasconde in sè idee rivoluzionarie?) Jobs e Ronald (oooppppsss, non si chiama Steve?) Wayne.
Abbiamo già capito dai vari nomi sparsi che non si tratta dei 3 moschettieri, bensì del triumvirato fondatore di Apple inc. in quel di Cupertino, Silicon Valley – California.

La semplicità! Questa era il pregio fondamentale di Apple I.

Hacker e mago dei circuiti elettronici, il nostro Stefanuccio W. un bel giorno scopre dei nuovi processori dal prezzo economico rilasciati da Mos Technologies (tale “chip 6502”), società tanto per cambiare stanziata nella Silicon Valley (eh già, tutti là stanno!).

“Yes, that’s what i’m waitin’ for!” pensa (noi eravamo con lui…non ci avete creduto, vero?).

Così per prima cosa scrive una versione del linguaggio di programmazione in Basic per questi chips (che però non si mangiano e non fanno crock!).
Subito dopo riesce a ridurre notevolmente i componenti hardware della sua creatura, rispetto ai computer dell’epoca.
Include al suo interno delle ROM (ne riparleremo) tramite le quali si caricava il codice d’avvio di Apple I così da renderlo semplice e veloce.
Ciliegina sulla torta (così restiamo sempre in tema di frutta/dolce) la possibilità di collegare la prima Mela I ad un televisore (anche se la parte video risultava un po’ lenta era un’innovazione clamorosa per l’epoca).
A questo punto ci mette del suo il più famoso Stefanuccio J(enius). Prende contatti con un negozio di computer della zona Cupertino e dintorni, The Byte Shop, presenta loro l’Apple I. Il proprietario del negozio si impegna a comprarne 50 esemplari a 500 dollari l’uno. E qui subentra un altro segno del destino: i computer dovevano già essere montati, belli e pronti da esporre aka All-in-One!

Riassumiamo: genio, innovazione, semplicità, iniziativa, hot spot (‘a mmeriganata ci stava!) ed una discreta botte di…fortuna!

Parafrasando il rimpianto Califfo della musica: tutto il resto è Storia!

Magari lo sapevate già…

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